Proprio mentre tutto l’universo videoludico guardava con stupore il capolavoro della ID Software, Doom, la casa di Mesquite fece uscire Doom II: Hell on Earth, il seguito naturale della prima versione. Era il 10 ottobre 1994, erano passati esattamente dieci mesi dall’uscita del capitolo numero uno, e un’altra rivoluzione si stava per svolgere nel mondo dei videogiochi. Oltre all’aggiunta di nuove armi e mostri, i livelli di questo gioco erano decisamente più lunghi e complessi di quelli del primo Doom.
La storia riprende da dove finiva il primo Doom: dopo aver sconfitto lo Spider Master Mind ed essere tornati sulla Terra, tutto sembra finito, ma i mostri attaccano anche il nostro pianeta. Era presumibilmente questo il significato dei puntini di sospensione che il testo finale del primo Doom ci proponeva: come era chiaro sin da prima il successo che avrebbe fatto il gioco, era già previsto un seguito (Doom II appunto).
Nei primi undici livelli del gioco il nostro obiettivo è quello di permettere alla civiltà umana di fuggire dalla Terra e di salvarsi: i mostri occupano infatti anche la base stellare che contiene le astronavi che permetterebbero la fuga e la salvezza.
Finiti questi livelli, la narrazione ci dice che ce l’abbiamo fatta, e ora potremo sederci ed aspettare la nostra morte, soddisfatti di aver salvato la nostra specie. Ma anche che, poco dopo, è stata trovata la sorgente dell’orda di mostri: il centro della tua città. Nei livelli successivi, quelli dal dodicesimo al ventesimo, si avanza sempre di più verso il centro della città, tantoché i livelli hanno nomi di parti delle città (per citarne alcuni: livello 12: the factory, livello 13: downtown, livello 15: industrial zone, livello 16: suburbs, livello 19: the citadel).
Negli ultimi dieci livelli infine si torna all’inferno dove alla fine si sconfigge la creatura-madre (rappresentata dalla testa di Romero, uno dei programmatori della ID).
Il gioco comprende anche due livelli bonus, in stile Wolfenstein, raggiungibili tramite appositi passaggi segreti.
Andando sullo specifico riguardo armi e mostri, Doom II introduce il Super Shotgun, ovvero il fucile a doppia canna, molto utile in quanto infligge gravi danni utilizzando i colpi di fucile, relativamente facili da trovare (a differenza dei razzi e dei colpi delle armi ad energia). Per quanto riguarda i mostri, da segnalare, tra tutte, la comparsa di un mostro in grado di resuscitare i mostri morti (Arch-Vile) e di un mostro in grado di sparare razzi “homing”, ovvero che seguono il bersaglio (Revenant)
Si stima che i due Doom assieme abbiano venduto tra le 5 e le 15 milioni di copie in tutto il mondo e che almeno altre 15 milioni di copie siano state prodotte “illegalmente” (niente di particolare, semplicemente copiando su dischetto e passando all’amico, è questo che si vuole intendere).
I premi vinti dai due Doom non si contano: nel 1994 l’attenzione di tutte le riviste di videogiochi era su questo gioco, neanche a dirlo considerato all’unanimità gioco dell’anno 1994, oltre che aver vinto l’award per il miglior gioco d’azione, miglior gioco di avventura e un premio per l’eccellenza tecnica e tecnologica della Id Software.
Per non parlare dei livelli creati dagli appassionati…
Original Concept & Design
Fourweb Srl (2004);
sito gestito da Afullo (2007-2024)